venerdì 4 aprile 2014

La Nascita del Vigneto

www.vinocibo.it-di Nicola Tamburrino
 

La vite è una pianta rampicante, con radici estese che servono per fissare la pianta al terreno e ricavarne tutto il necessario per la crescita e la fruttificazione. Se a causa di una lunga siccità il terreno risulta molto
arido, per trovare acqua e sostanze nutritive le radici scendono adirittura fino a 5-6 meri di profondità. Per riprodurre nuove vit, non considerando l’utilizzo del seme (vinacciolo), che porterebbe alla formazione di viti con caratteri sensibilmente diversi dalla pianta madre, le tecniche utilizzate sono per TALEA e per INNESTO.
Per TALEA si intende un pezzo di tralcio di un anno dotato di almeno 2 gemme; piantato verticalmente nel terreno, emette le radici dalla parte inferiore e un germoglio che darà la barbatella  da quella superiore.
L’INNESTO è dato invece dall’unione di due pezzi di tralcio, di cui uno dotato almeno di una gemma. La tecnica per TALEA pur originando viti dette franche di piede, dotate di elevate ed
indiscusse caratteristiche qualitative, con produzioni equilibrate nel tempo, minor vigore e frutti più caratterizzati, trova un grande limite nella scarsa resistenza alla fillossera, per cui la tecnica adotata per eccellenza è quella dell’INNESTO. Per questo motivo le giovani viti sono per lo più costituite da una varietà di vite europea innestata su piede (portainnesto) di origine americana osu ibridi euro-americani,comunque resistenti alla fillossera.
L’Italia è un grande produttore di legno per talee e di barbatelle, che esporta in tutto il mondo. Le tecniche di innesto più diffuse sono due. La prima, la più usata nelle regioni centrosettentrionali, consiste nell’innesto a doppio spacco inglese o ad omega, realizzato al tavolo, per preparare una barbatella che effettuerà u anno di radicazione in vivaio, per sviluppare le piccole radici, con varietà e portainnesto (bimembre). Nelle regioni meridionali e nelle isole il più applicato è l’innesto alla maiorchina (a gemma), realizzato in gennaio-febbraio direttamente nel vigneto,su un portainnesto piantato nel mese di settembre dell’anno precedente. Il vantaggio a doppio spacco inglese sta nella precisissima unione dei tessuti dei due tralci, nella possibilità di eliminare durante la radicazione in vivaio le piante non sane dal punto di vista vascolare e nella perfetta costituzione del nuovo vigneto, mentre quello alla maiorchina, effettuato in inverno, offre una più ampia possibilità di scelte varietali di gemme, su un portainnesto già ben radicato.

 

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