www.vinocibo.it-di Nicola Tamburrino
La
vite è una pianta rampicante, con radici estese che servono per fissare
la pianta al terreno e ricavarne tutto il necessario per la crescita e
la fruttificazione. Se a causa di una lunga siccità il terreno risulta
molto
arido,
per trovare acqua e sostanze nutritive le radici scendono adirittura
fino a 5-6 meri di profondità. Per riprodurre nuove vit, non
considerando l’utilizzo del seme (vinacciolo), che porterebbe alla
formazione di viti con caratteri sensibilmente diversi dalla pianta
madre, le tecniche utilizzate sono per TALEA e per INNESTO.
Per
TALEA si intende un pezzo di tralcio di un anno dotato di almeno 2
gemme; piantato verticalmente nel terreno, emette le radici dalla parte
inferiore e un germoglio che darà la barbatella da quella superiore.
L’INNESTO
è dato invece dall’unione di due pezzi di tralcio, di cui uno dotato
almeno di una gemma. La tecnica per TALEA pur originando viti dette
franche di piede, dotate di elevate ed
indiscusse
caratteristiche qualitative, con produzioni equilibrate nel tempo,
minor vigore e frutti più caratterizzati, trova un grande limite nella
scarsa resistenza alla fillossera, per cui la tecnica adotata per
eccellenza è quella dell’INNESTO. Per questo motivo le giovani viti sono
per lo più costituite da una varietà di vite europea innestata su piede
(portainnesto) di origine americana osu ibridi euro-americani,comunque
resistenti alla fillossera.
L’Italia
è un grande produttore di legno per talee e di barbatelle, che esporta
in tutto il mondo. Le tecniche di innesto più diffuse sono due. La
prima, la più usata nelle regioni centrosettentrionali, consiste
nell’innesto a doppio spacco inglese o ad omega, realizzato al tavolo,
per preparare una barbatella che effettuerà u anno di radicazione in
vivaio, per sviluppare le piccole radici, con varietà e portainnesto
(bimembre). Nelle regioni meridionali e nelle isole il più applicato è
l’innesto alla maiorchina (a gemma), realizzato in gennaio-febbraio
direttamente nel vigneto,su un portainnesto piantato nel mese di
settembre dell’anno precedente. Il vantaggio a doppio spacco inglese sta
nella precisissima unione dei tessuti dei due tralci, nella possibilità
di eliminare durante la radicazione in vivaio le piante non sane dal
punto di vista vascolare e nella perfetta costituzione del nuovo
vigneto, mentre quello alla maiorchina, effettuato in inverno, offre una
più ampia possibilità di scelte varietali di gemme, su un portainnesto
già ben radicato.
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