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venerdì 4 aprile 2014

L’ambiente pedoclimatico

www.vinocibo.it -di Nicola Tamburrino

latitudine e altitudine, terreno e clima, sono i fattori che più di altri
Vigneto della Valpolicella
determinano la buona riuscita dell’impianto di un nuovo vigneto, sulla base di moderne tecniche colturali e di precise disposizioni legislative, sia italiane sia europee. La vite è una pianta piuttosto esigente nei confronti delle condizioni climatiche, perché teme il freddo, ma anche il caldo eccessivo non fa produrre frutti di qualità. Nel nostro emisfero, quello boreale, la fascia territoriale nella quale
vigneto delle Langhe
la vite si sviluppa al meglio è compresa tra il 40°-50° parallelo di latitudine, in particolare a cavallo del 45°,anche se in alcune zone più a nord danno ottimi risultati. Tra tutti si possono ricordare i territori lungo la Mosella e il Reno, in Germania, dove attorno al 50° parallelo vitigni come il riesling e il gewürztraminer sviluppano i loro intensi profumi. Nell’emisfero australe le zone migliori si distribuiscono invece nella fascia compresa tra il 30°-40° parallelo.
Vigneto zona Avellino

Vitigno e portainnesto

www.vinocibo.it -di Nicola Tamburrino

La produzione di vini di qualità è strettamente legata alla scelta del vitigno e del portainnesto, senza perdere mai di vista le caratteristiche pedoclimatiche della zona nella quale avviene l’impianto del vigneto. Non tutti i vitigni mostrano la stessa adattabilità alle diverse condizioni climatiche e territoriali. Dopo un breve periodo di ambientamento, alcuni si adattano perfettamente in quasi tutte le zone, altri sono molto più difficili.
Tra i primi si possono ricordare chardonnay, merlot, cabernet, savignon e altri ancora, che pur affondando le proprie radici storiche a latitudini piuttosto elevate e con temperature fresche, hanno saputo acclimatarsi anche in regioni molto calde, sia in italia sia in altre zone viticole mondiali. Tra quelli più esigenti,due esempi molto significativi sono il pinot nero e ancora di più il Nebbiolo, che riesce ad esprimere tutta la sua personalità quasi solo nelle Langhe, con l’eccezione circoscritta della Valtellina. Il rischio da evitare è quello che la rincorsa al risultato garantito , facile ed immediato, porti all’abbandono di molti vitigni locali, che dovrebbero invece essere riscoperti e valorizzati, per non
Barbatella
perdere l’incredibile patrimonio ampelografico. La pianta della vite è formata dal vitigno o cultivar e dal piede o portainnesto. Per evitare l’azione micidiale della fillossera, il portainnesto è quasi sempre di origine americana. In Valdadige e in alcune zone in Argentina, Cile e Portogallo, si trovano ancora vitigni coltivati su piede franco, cioè senza il portainnesto di origine americana.
Le condizioni di fertilità e umidità del terreno di questi territori, favorendo un ampio sviluppo radicale della vite, la mettono infatti in condizione di resistere meglio agli attacchi del parassita. Per migliorare le resistenza della vite alle malattie, la sua produttività e la qualità delle uve, attualmente si svolgono importanti ricerche e sperimentazioni per la selezione di nuovi cloni e per il miglioramento di quelli già esistenti. All’interno di ogni qualità esistono infatti diversi cloni, cioè più individui geneticamente identici, con specifiche caratteristiche riguardo la fertilità, la forma del grappolo e dell’acino, la capacità di accumulo di zucchero e di sostanze coloranti e odorose. Ad esempio di Sangiovese ci sono attualmente almeno una quarantina di cloni, distinti con numeri o sigle,altrettanti per il pinot nero, 15 di nebbiolo, 15 per il barbera, 20 di chardonnay ecc. Spesso si parla di vitigni autoctoni e alloctoni, a volte con un po’ di confusione, perché per molti non è così semplice risalire a una loro origine certa. Il vitigno autoctono è quello che è nato in una certa zona e che continua ad essere coltivato. Il punto è proprio questo: in alcuni casi non si sa bene se il vitigno sia nato proprio in quella zona, quindi questo termine sta assumendo un’eccezione più ampia, in quanto si riferisce a un vitigno che da molto tempo, almeno diversi decenni cresce e fruttifica in un certo territorio. Esempi di vitigni autoctoni certi sona: albana, Schiava, Grignolino, Brachetto, Nebbiolo, un po’ meno sicuri sono: Barbera, Aglianico, Primitivo, Vermentino. I vitigni alloctoni o internazionali sono di più immediata identificazione. Chardonnay, Sauvignon blanc, Riesling, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Merlot, Pinot nero, Syrah ecc.. Sono ormai diffusi in ogni continente dove cresce la vite.
Vitigno Nebbiolo

La Vigna

www.vinocibo.it -di Nicola Tamburrino

Un esempio di vigna particolare, di forma rotonda
l’impianto di una nuova vigna crea un piccolo ecosistema, nel quale vitigno, terreno, microclima e tecniche colturali devono interagire alla perfezione per raggiungere i risultati migliori, grappoli d’uva ricchi di colore, zuccheri, sostanze estrattive e profumate, che si esprimeranno in vini di tutte le tipologie, bianchi e rossi, leggeri e strutturati, da bersi giovani e da invecchiamento, fermi, frizzanti e spumanti. La qualità in vigna viene determinata dalle scelte effettuate nel momento in cui si decide di impiantare un nuovo vigneto. Tra tutte, quelle che scatenano le maggiori discussioni, determinando anche diverse filosofie produttive, sono il territorio e il vigneto. Da sempre i francesi cercano di favorire e premiare il cosiddetto TERROIR, termine che non si riferisce solo alla composizione e alla struttura del terreno, ma a tutto ciò che è legato all’ambiente pedoclimatico e al microclima. Tutto questo si esprime in modo ancora più specifico nel concetto di CRU, che coincide con una zona molto ristretta, nella quale la combinazione delle condizioni di clima, terreno e altro ancora, determina la particolarità della produzione. Anche in Italia si tende a privilegiare questo tipo di scelta, che si esplicita nelle Denominazioni di Origine Controllata e Garantita. Diversa è la situazione nei paesi che solo negli ultimi decenni hanno assunto importanza nel mondo della vitivinicoltura mondiale, come California, Cile, Argentina, Australia, Sudafrica e Nuova Zelanda, dove le maggiori attenzioni si concentrano sul vitigno