venerdì 4 aprile 2014

I PROBLEMI DELLA VITE

www.vinocibo.it -di Nicola Tamburrino

Peronospora della vite
Oidio della vite
La vite è una pianta delicata, che soffre il freddo invernale, le gelate primaverili e la grandine, ma la prolungata siccità e le eccessive piogge, in determinati terreni, possono provocare stress idrici o asfissia radicale, che ne danneggiano o rallentano lo sviluppo. Non solo, perché virus e funghi, colpendo la radice e le foglie della vite, possono indebolire la pianta, così come le carenze nutrizionali del terreno, le condizioni troppo abbondanti e le coltivazioni intensive. Per esempio un eccesso di potassio causa la carenza di calcio e magnesio, con un conseguente disseccamento del raspo, oppure un apporto troppo abbondante di azoto provoca un maggior rigoglio vegetativo a discapito della qualità. Spesso si ricorre a concimazioni organiche con letame o concime vegetale. In terreni destinati a produzioni di qualità in genere non si utilizzano concimi minerali,anche se a volte l’integrazione mirata di azoto e fosforo può migliorare la finezza e l’aromaticità delle uve, mentre potassio magnesio, calcio e zolfo danno maggior turgore alle viti coltivate in terreni poveri e dilavati. Peronospera, oidio e il vettore del mal d’esca (stereum irsutum) sono alcuni tra i parassiti fungini più pericolosi per la vite. La peronospora si diffonde più nei climi umidi e con molte piogge, mentre l’oidio predilige climi più secchi e afosi. Situazione a sé è quella della Botrytis cinerea che, come tutte la altre muffe, in genere danneggia l’uva, ma che in un paticolare stadio di sviluppo e condizioni pedoclimatiche adeguate, da grandi risultati..
•Ragnetti, tignole e cicaline sono alcuni tra gli insetti più diddusi che provocano danni a carico della vegetazione o della produzione, non mortali, ma a volte di elevate proporzioni. C’è però l’eccezione dello Scaphoideustitanus, cicalina che negli ultimi anni ha creato non pochi problemi. Vettore della temutissima flavescenza dorata, normalmente presente nei vigneti,porta ad una degenerazione lenta della pianta, fino alla sua morte per costrizione dei vasi vascolari. Questa cicalina si nutre e cresce pungendo le foglie e succhiandone la linfa, attività che diventa micidiale quando nel vigneto sono già presenti piante malate di flavescenza dorata, perché la trasmissione della malattia è istantanea. Tra i parassiti che provocano danni a livello radicale si possono ancora ricordare la già citata fillossera ed i nematodi, piccoli vermi che vivono nel terreno e che possono trasmettere alcune virosi, come l’accartocciamento fogliare, l’arricciamento e la suberosi.

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